Intervista al presidente del comitato festeggiamenti agatini Dott. Riccardo Tomasello.
Ciao Riccardo, ci racconti quando e come nasce il tuo legame con Sant’Agata?
È il legame di fede e devozione che vive geneticamente ogni catanese, ogni giorno vissuto per l’amata Sant’Agata. Un legame che nasce quando mi sono trasferito a Catania, avevo 18 anni, lasciavo il mio paese natale Paternò per la grande Catania. Vivevo con grande partecipazione la festa di Santa Barbara, scoprire quella di Sant’Agata è stata un’emozione indescrivibile: la gioia delle Candelore, un popolo in tripudio per l’incontro con il volto salvifico di Sant’Agata, la commozione di migliaia di devoti che affollano le strade della città. Tutti momenti unici; non avrei mai pensato che un giorno avrei coordinato questo spettacolo unico al mondo.
Come e quando hai capito di poter ricoprire questo ruolo cosi importante?
Una sorpresa inaspettata, un dono nella mia vita che non pensavo di ricevere; ancora mi tremano le gambe al solo pensiero. Il Sindaco di Catania Salvo Pogliese e il Vescovo di Catania S.E.R. Mons. Salvatore Gristina mi comunicano il desiderio di conferirmi questo prestigioso incarico, ero incredulo, non mi sentivo all’altezza di svolgere questo delicato compito. Dopo qualche ora sono stato pervaso dalla gioia, potevo offrire il mio servizio alla città e alla sua chiesa, potevo esprimere il mio amore per Sant’Agata. Ho subito accettato e non mi pentirò mai; la mia vita è stata cambiata, sono un uomo migliore, ho avuto la gioia di conoscere anime meravigliose che popolano la Festa.
L’edizione 2021 della festa di Sant’Agata è stata caratterizzata da ciò che sta succedendo in tutto il mondo, come è stata vissuta la festa da te e dalla città?
Un momento sicuramente difficile che non dimenticheremo mai; la rinuncia a quel momento tanto atteso che scandisce la vita di ogni catanese, l’incontro con Sant’Agata non poteva realizzarsi. Un dolore immenso, ma il profondo senso di responsabilità di ogni devoto prevale sullo scoramento e le celebrazioni assumono un tono intimo e di forte spiritualità. Tutti insieme in preghiera nelle nostre case per chiedere l’intercessione di Sant’Agata per superare l’emergenza sanitaria.
In questo percorso vissuto fino ad oggi, quale è stato il momento per te più toccante o importante?
Sono due i momenti che non dimenticherò mai e mi accompagneranno per tutta la vita.
Il primo la mattina del 4 Febbraio, l’incontro all’interno della “Cammaredda” con Sant’Agata, le gambe tremano e poi tanta serenità alla visione del volto dolce di Sant’Agata. Il tempo si ferma, ma una volta uscito, un popolo con i fazzoletti bianchi la saluta, quanta commozione e fede. Una meraviglia.
Il secondo momento è rappresentato dallo splendido legame con il mondo affascinante delle Candelore, uomini perbene, che con rara devozione offrono la propria fede a Sant’Agata. Non dimentico neanche l’ammirazione per il lavoro delle associazioni agatine e dei tantissimi soci.
La festa di Sant’Agata è una delle feste religiose più belle al mondo, tu pensi che negli anni avvenire qualcosa possa cambiare sul punto di vista organizzativo?
Dobbiamo tutti lavorare con grande unità e coesione, senza personalismi, animati solo dal desiderio di rendere ancora più grande la Festa di Sant’Agata. Questa città custodisce grandi creatività che aspettano di essere liberate, la Festa può rappresentare un momento prezioso per esprimere al mondo intero la nostra fede.
Lavoriamo per l’inserimento nel patrimonio immateriale dell’Unesco della Festa di Sant’Agata per avviare una grande stagione di restauri e per una forte valorizzazione turistica. Insomma dobbiamo diventare la prima Festa al mondo.
Cittadini, evviva Sant’Agata!!