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Castiglione di Sicilia- un borgo tra l’Etna e l’Alcantara | Sicilia Magazine
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Castiglione di Sicilia- un borgo tra l’Etna e l’Alcantara

Castiglione di Sicilia, un comune tra l’Etna e l’Alcantara, un presepe tra uno dei borghi più belli d’Italia, incastonato tra boschi di castagni, noccioleti, querce secolari,  aranceti, filari di viti, mandorli e ginestre, è il luogo ideale per poter trascorrere una vacanza tra natura selvaggia e ruggente,  tra enoturismo DOC, escursionismo, chiese e tombe rupestri, un rifugio montano ed un paese tra storia e leggenda.

Storia e leggenda

Prima dell’arrivo dei Greci, Castiglione fu abitata dai Siculi, Sicani ed Elimi, pertanto le origini sono state fissate al 403 a.C., scarse sono le testimonianze di epoca romana. Nel 535 a.C. con l’occupazione Greco-bizantina anche nella vallata, oltre alla Sicilia intera si ha un risveglio della cultura e dell’economia, con una palese testimonianza dei tempietti rustici detti Cube, degno di nota quello di Santa Domenica a Castiglione, quello integro di Malvagna ed altri ai confini tra Castiglione e Randazzo.

L’attuale Castiglione sorge nel Medioevo tra cinte murarie, quartieri storici e borghi, ma solo sotto Federico II di  Svevia conosce l’appellativo di “Animosa” ed il privilegio di battere moneta. Oggi i simboli di Castiglione sono U Cannizzu, un torrione circolare di recente restauro ed il Castello, il cui nucleo principale è attribuito al  periodo normanno-svevo per le due meravigliose bifore della parte ovest.

La leggenda di Angelina

Il Castello di Castiglione di Sicilia, roccaforte nel Medioevo, ebbe una funzione tanto rilevante da dare il nome al paese: Castello grande, interpretato come Catello del Leone, che diede un marchio di regalità, ispirando anche lo stemma.

Nonostante lo stato di abbandono, la leggenda ci lascia ancora una fervida e viva immagine della bella ed innamorata Angelina e della sua ardente storia.

Per amore di Angelina e  del Delfino di Francia fu fatto edificare sopra una collina, che aveva visto accendere il fuoco dell’amore tra i due, un castello a cui diedero il nome di Francavilla.

Dopo aver incontrata segretamente Angelina e sposata, il Delfino le promise che sarebbe ritornato nel mese di agosto dell’anno successivo per portarla in Francia e farla Regina. Il segnale pattuito del suo ritorno sarebbe stato un fuoco acceso sopra la collina, vicino al fiume Alcantara, cosa che avvenne come previsto.

Il nome del castello di Francavilla fu scelto perché, si dice che,  durante le notti di attesa del ritorno del Delfino, Angelina fece restare la balia Franca di vedetta, dicendole continuamente:  “Franca, vigghia; Franca vigghia”(“Veglia Franca, veglia Franca”).

Turismo attivo

L’area Castiglione vede le 6 frazioni di: Solicchiata, Passopisciaro Verzella, Rovittello, Gravà e Mitogio dedite ognuna ad un percorso degno di nota anche in motocicletta, ma noi, amanti dell’eco-sostenibilità Vi consigliamo alcuni percorsi a piedi, o a cavallo e soprattutto in bicicletta, dove un progetto ha visto la trasformazione di alcune linee ferrate dismesse in piste ciclabili, quali , appunto quella di Rovittello, con un incredibile panorama sull’Etna che domina.

I piatti tipici del borgo

Maccheroni con ragù di maiale e ricotta al forno. Tipico piatto della zona sono anche le fave a maccu, la carne si cuoce rigorosamente alla brace, sia essa di maiale, capretto o agnello, ovviamente accompagnata da un ottimo Etna DOC,  Castiglione è infatti ricca di case vinicole che lo producono.

I dolci del luogo, oltre a quelli tipici siciliani, sono da assaggiare in loco le frittelle di ricotta fresca chiamate sciauni, ripiene di ricotta, cannella e zucchero avvolte in una sfoglia di pasta fatta a mano con metodo antico e poi fritta, cosparsa di zucchero semolato,  le paste di nocciole e mandorle, miele e bucce di tritate di mandarino.

Paola F. J. Torrisi

 

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