Catania si candida ufficialmente a diventare Capitale Italiana della Cultura 2028, e lo fa con un progetto che unisce partecipazione, visione e identità. L’obiettivo non è solo ottenere un prestigioso riconoscimento nazionale, ma attivare un processo di rigenerazione culturale e urbana che coinvolga l’intera comunità. Non si punta soltanto alla visibilità, ma a una vera e propria trasformazione della città.
Questa candidatura nasce infatti come un’iniziativa dal basso, fondata sull’ascolto e sul coinvolgimento di chi Catania la vive ogni giorno: cittadini, operatori culturali, associazioni, istituzioni, scuole, imprese. È una chiamata collettiva a immaginare e costruire il futuro attraverso la cultura.
Call for ideas: tutti protagonisti
Al centro del percorso si trova una vera e propria call for ideas, uno strumento che permette a chiunque di proporre progetti, suggestioni, eventi o percorsi culturali capaci di raccontare l’anima di Catania. Il Comune ha voluto mettere in campo una metodologia innovativa, scegliendo di dare voce alle energie diffuse del territorio, riconoscendo il valore delle reti formali e informali che animano quotidianamente la città.
Chi partecipa può proporre idee legate a diversi ambiti: patrimonio culturale, rigenerazione urbana, innovazione artistica, inclusione sociale, sostenibilità ambientale. Non ci sono limiti tematici rigidi: ciò che conta è che le proposte siano radicate nel territorio e capaci di generare impatto positivo.
Spazio in Comune: ascolto, supporto, confronto
Per accompagnare questo percorso partecipativo, è stato attivato “Spazio in Comune”, uno sportello informativo e operativo all’interno del Palazzo della Cultura, pensato per facilitare il dialogo tra l’Amministrazione e la cittadinanza. Qui chiunque può presentarsi, chiedere chiarimenti, proporre idee o ricevere un orientamento alla progettazione. È un luogo fisico dove il progetto prende forma, uno spazio aperto dove la cultura incontra la progettualità.
Questa struttura sarà il cuore pulsante della candidatura nei mesi estivi, diventando punto di riferimento per incontri pubblici, workshop, momenti di confronto e sviluppo condiviso del dossier.
Cultura come leva per il cambiamento
L’ambizione della candidatura è chiara: fare della cultura il motore di un cambiamento duraturo. In una città come Catania, ricca di contrasti e vitalità, la cultura può diventare lo strumento più potente per affrontare le sfide del presente: dalla valorizzazione del patrimonio artistico alla riqualificazione delle periferie, dall’inclusione sociale all’attrazione di nuovi investimenti.
Il dossier non sarà solo una vetrina di eventi, ma il racconto di un’identità urbana complessa e profonda, che affonda le sue radici nella storia ma sa guardare avanti. Il barocco e il contemporaneo, la tradizione popolare e la ricerca artistica, i grandi teatri e le piazze di quartiere: tutto questo entra in gioco nella visione di una Catania che vuole riposizionarsi come capitale culturale del Mediterraneo.
Un’occasione per la città intera
Ciò che rende questa sfida ancora più significativa è la sua natura collettiva. Non si tratta solo di “essere scelti” da una commissione ministeriale, ma di scegliersi a vicenda come comunità. La candidatura rappresenta un’occasione per riscoprire ciò che unisce, per dare forma a nuove alleanze tra pubblico e privato, tra centro e periferie, tra generazioni.
Catania ha tutte le carte in regola: un patrimonio storico millenario, una scena culturale vivace, energie giovanili in fermento, progetti d’arte e innovazione, spazi da riattivare, storie da raccontare. Il percorso verso il 2028 è quindi anche una mappa per ripensare la città, per investire su ciò che la rende unica e prepararne il futuro.
Il tempo è ora
Il dossier di candidatura dovrà essere completato entro l’autunno 2025, ma la partecipazione è già in corso. Le idee stanno arrivando, lo sportello è operativo, e i primi eventi pubblici stanno prendendo forma. Tutti sono invitati a contribuire, perché ogni voce può fare la differenza.
Partecipare è semplice: basta presentarsi allo sportello presso il Palazzo della Cultura, inviare una proposta, o anche solo prendere parte ai momenti di confronto pubblico.
Nessuna idea è troppo piccola, nessun contributo è irrilevante.