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“Cortile Teatro Festival", partiti a Messina fino al 20 settembre gli eventi accreditati dal Ministero | Sicilia Magazine
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“Cortile Teatro Festival”, partiti a Messina fino al 20 settembre gli eventi accreditati dal Ministero

Il “Cortile Teatro Festival” di Messina, organizzato dal Castello di Sancio Panza con la collaborazione di Nutrimenti Terrestri e il sostegno del Comune e di Latitudini e diretto da Roberto Zorn Bonaventura, riparte con due nomi importanti (ognuno in generi diversi) del teatro italiano: Max Paiella ha debuttato la sera del 27 agosto nella spianata del Museo regionale e Blas Roca Rey si esibirà nel Cortile Calapaj – D’Alcontres il 30 e 31 agosto.

L’iniziativa è riconosciuta dal Ministero dei Beni Culturali e ha come media partner Radio 1 RAI. Esplora sempre di più il territorio chiamando nelle tre location della rassegna importanti compagnie siciliane per proseguire un viaggio che – nell’ambito della drammaturgia contemporanea – mette in primo piano alcune delle professionalità più conclamate (conosciute e molto spesso premiate in tutta Italia). «Cerchiamo sempre di dare spazio a questa realtà – dice Bonaventura – soprattutto adesso che l’Ente Teatro di Messina sembra tenere solo in conto relativo le tantissime professionalità che in questo momento la nostra città esprime, anche ai massimi livelli». Il “Cortile Festival” ha presentato l’altro ieri, all’esterno del Museo Regionale, “Il territorio va in scena! Storie di teatro, il teatro delle storie”, interpretato da Max Paiella e Flavio Cangialosi. Si tratta di uno spettacolo i cui temi principali sono il teatro e il suo territorio. Le risorse, l’equilibrio che offrono a una comunità, il loro recupero in ambito di sostenibilità. Lo spettacolo, scritto da Max Paiella, tratta in maniera brillante, satirica e musicale di come stiamo esaurendo le risorse naturali. Si parte dai ghiacciai, dalle foreste, dai fiumi e dalle specie di animali, per arrivare alle unicità delle nostre tradizioni più sane, e anche alle risorse architettoniche e paesaggistiche dei nostri territori, inclusi i teatri.

«Storie svelate agli spettatori – si spiega – che di quella città o di quel paese sono gli abitanti e i fruitori, per illustrare e dimostrare come il turismo, l’arte e la cultura, siano elementi uniti e sostenibili perché a stretto contatto con la verità dei luoghi, e possano quindi esistere su uno stesso binario».

Paiella, attore e musicista, è noto al grande pubblico anche per le sue apparizioni cinematografiche e televisive. Molte delle sue qualità satiriche sono stato valorizzate, in particolare, dalla partecipazione (ininterrotta dal 2004) al programma di Radio 2 Rai “Il ruggito del coniglio”, con una continua invenzione di divertenti personaggi.
Tre appuntamenti, di cui due dedicati a Vincent Van Gogh, costituiscono il nutrito programma della prossima settimana del Cortile Teatro Festival di Messina, edizione del decennale.
Particolarmente atteso è “Le lettere a Theo” nel libero adattamento di Blas Roca Rey (accompagnato ai flauti dal maestro Luciano Tristaino), in scena nel Cortile Calapaj – D’Alcontres il 30 e il 31 agosto. Nello spettacolo dell’attore di origine peruviana affiora il mondo fantastico, tenero e disperato, raccontato nelle tante lettere che Vincent scrisse all’adorato fratello Theo, gallerista, che si occupò di lui tutta la vita e che credeva nella sua arte, non riconosciuta dai contemporanei.

«Un’energia vitale pazzesca, quasi indomabile. La consapevolezza, a volte straziante, di essere diverso dagli altri. In tutto. Nel vivere, nei rapporti umani ma soprattutto nell’arte. L’uso dei colori, faticosamente raggiunto in anni e anni di studi e schizzi. La volontà, testarda, ostinata, di reinventare la realtà, di ridarcela attraverso la lente fantastica dei suoi occhi. Il non rassegnarsi alla totale indifferenza del mondo verso i suoi quadri, il ripartire mille e mille volte ancora verso un futuro che sperava, prima o poi, si sarebbe accorto di lui. Nonostante la miseria, gli stenti, la mancanza di cibo. E infine, la sua lenta e inesorabile discesa verso la pazzia, che lo trascinò negli ultimi anni in piccoli manicomi di paese dove, spesso volontariamente, si rifugiava. Una vita. Un artista. I suoi meravigliosi fuochi d’artificio che, piano piano, lo arsero vivo».

“Le lettere a Theo” sarà preceduto da una serata speciale di danza e di cinema, sempre dedicata a Van Gogh, in programma oggi – domenica 29, nell’Area Iris. La compagnia DanzArte presenta una performance di Gaia Gemelli (con le luci di Stefano Barbagallo), intitolata “Di Segni”, basata sul kintsugi, la pratica giapponese che utilizza l’oro per la riparazione degli oggetti in ceramica.

«Ogni pezzo riparato – evidenzia Gemelli – diventa unico grazie alla causalità con cui la ceramica può rompersi e per decorazioni che si formano tra le crepe. Attorno a questo abbiamo scelto di danzare». Da ricordare che Van Gogh fu uno dei primissimi artisti occidentali a rimanere affascinato dalla pittura giapponese.

A seguire sarà proiettato il film “Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità” di Julian Schnabel, interpretato da Willem Dafoe, che racconta gli ultimi e tormentati anni dell’artista, dalla burrascosa amicizia con Gauguin al colpo di pistola (non tutti credono che sia stato un suicidio) che lo uccise a soli 37 anni.

Il 3 settembre, ancora nell’Area Iris, sarà di scena il Teatro Argentum Potabile di Catania con “Storia nuova. Tutta da scrivere”, scritto e diretto da Steve Cable e interpretato da Antonella Caldarella e Valeria Contadino. Si tratta di un testo originale che crea una rappresentazione scenica – una delle tante possibili – della situazione attuale.

«Tre ore (dalle due alle cinque del mattino) – chiarisce l’autore – condensate in un’ora scenica, una recitazione naturalistica e un testo in cui un continuo alternarsi tra comicità e riflessione garantisce leggerezza e scorrevolezza alla storia di due amiche le quali – con un’auto-ironia spietata come scudo – affrontano insieme un presente sospeso, un mondo trasformato, una notte insonne che diventa – tra una risata e l’altra – un piccolo, intimo processo condiviso di confessione, accettazione, trasformazione».


Marcella Ruggeri

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