Nel cuore dei Nebrodi il comune di Capizzi, in provincia di Messina, ospita ogni anno una delle celebrazioni religiose più caratteristiche e coinvolgenti della Sicilia: la Festa di San Giacomo Maggiore Apostolo, patrono della città. L’evento si svolge dal 16 al 26 luglio e rappresenta un perfetto equilibrio tra liturgia, devozione popolare e tradizioni rituali tramandate nei secoli.
Un calendario ricco: 10 giorni di celebrazioni
La festa dura ben dieci giorni, ma i momenti di maggiore intensità e partecipazione si concentrano nelle giornate del 24, 25 e 26 luglio.
- Dal 16 al 24 luglio si tengono le novene: celebrazioni religiose che coinvolgono tutta la comunità e preparano spiritualmente al grande evento.
- Il 24 luglio, in serata, puoi assistere alla processione delle reliquie: viene portato in corteo un frammento osseo del dito del Santo, custodito in un reliquiario d’argento.
- Il 25 luglio, all’alba, si svolge “U Viaggiu”, il pellegrinaggio a piedi scalzi fino al santuario di San Giacomo: un’esperienza di fede e raccoglimento, spesso legata a promesse e ringraziamenti.
- Il 26 luglio è il giorno clou: il simulacro del Santo viene portato in trionfo per le vie del paese in una lunga e travolgente processione accompagnata dalla banda musicale, urla di devozione e offerte. Il momento culminante è in Piazza dei Miracoli, dove avviene il famoso “rito del muro.”
Il rito del muro: un momento unico in Sicilia
L’elemento distintivo della festa è rappresentato da un antico rituale denominato “rito del muro”, che si svolge nel pomeriggio del 26 luglio in Piazza dei Miracoli, nei pressi della Chiesa di Sant’Antonio. Durante questo rito, i portatori del fercolo di San Giacomo, spinti dalla folla e al ritmo incalzante della banda musicale, colpiscono ripetutamente un muro appositamente costruito, fino a provocarne la caduta.
Il gesto è carico di significato simbolico: rappresenta la rottura degli ostacoli, la rinnovata intercessione del Santo e, secondo la tradizione popolare, costituisce un indicatore di buon auspicio per l’anno a venire. Se il muro cade con facilità, si prevede un anno favorevole per la comunità.
Atmosfera, suoni e colori
Durante l’intera settimana della festa, il centro storico di Capizzi viene arricchito da addobbi, luminarie, stendardi e tappeti floreali, in un contesto scenografico che esalta la dimensione identitaria della celebrazione. La partecipazione è intergenerazionale e coinvolge non solo i residenti ma anche numerosi emigrati che tornano appositamente per l’evento.
In diversi punti del paese, balconi e ingressi vengono ornati e trasformati in piccoli altari, mentre le famiglie offrono ex voto, come forme di caciocavallo, tovaglie ricamate e donazioni in denaro, in segno di ringraziamento al Santo.
Tradizione e spiritualità
Il culto di San Giacomo a Capizzi ha radici molto profonde, riconducibili almeno al tardo Medioevo, e si è rafforzato in epoca aragonese, quando le reliquie del Santo furono difese strenuamente dalla popolazione locale contro tentativi di rimozione. Il rituale del muro richiama simbolicamente atti di resistenza, rinascita e identità collettiva, e conserva elementi di antichi riti propiziatori legati al ciclo agricolo.
Oggi, la festa è riconosciuta come espressione del patrimonio immateriale siciliano ed è inserita nel Registro delle Eredità Immateriali della Regione Siciliana (REIS).
Se sei in cerca di un turismo esperienziale, profondo e partecipato, la Festa di San Giacomo a Capizzi è un appuntamento imperdibile.