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Intervista a Lello Analfino, voce dei Tinturia, autore tra gli altri di “Occhi a Pampina” e “Cocciu d’Amuri” una delle canzoni/serenata più belle d’amore e colonna sono dei film di Ficarra e Picone. | Sicilia Magazine
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Intervista a Lello Analfino, voce dei Tinturia, autore tra gli altri di “Occhi a Pampina” e “Cocciu d’Amuri” una delle canzoni/serenata più belle d’amore e colonna sono dei film di Ficarra e Picone.

Ciao Lello, come hai vissuto, e come stai vivendo questo periodo caratterizzato da questa brutta pandemia?

Il periodo più brutto e forse più bello della mia vita. Per causa del virus ho perso la persona più cara che un uomo possa avere: “Giuggia” è così che chiamavo mia madre e ciò ha cambiato radicalmente la mia vita. Credo che la dipartita della mia adorata madre sia coincisa con una mia ulteriore crescita umana, cioè la consapevolezza di non avere più la protezione materna e questo un uomo lo porta a ciescere e ad assumersi ulteriori responsabilità. Ho avuto tanto tempo per sistemare un po di situazioni e anche questo lo devo alla pandemia, l’incertezza nel proprio lavoro, tutti i cambiamenti della musica e dell’arte in generale, mi hanno spronato a cambiare e ciò mi ha aperto nuovi orizzonti che sto pian piano setacciando, scoprendo e vivendo insieme ad Azzurra, mia moglie, la quale gestisce anche la mia vita artistica, infatti insieme abbiamo creato la “MCNSTUDIO 17” e la “MCNDISCHI” . Devo dire grazie anche alla mia band, ragazzi straordinari che mi sostengono in qualsiasi momento, iniziativa artistica io intraprenda e questo lo fanno da sempre.

A che età è nato Lello Analfino artista?

Ho trascorso la mia adolescenza in un negozio di strumenti musicali ad Agrigento e li ho avuto la fortuna di imparare e amare la musica. A 13 anni avevo già la mia prima band con alcuni amici e facevamo newwave e rock.

Hai avuto un mentore?

Non ho avuto un mentore, ma tanti amici artisti che mi vogliono bene e mi hanno insegnato tanto e hanno contribuito a fare di me l’artista che sono. Il mio approccio con le nuove esperienze artistiche è basato sul fatto che io possa continuare a imparare dagli altri, oggi più dai giovani che dai veterani!

Qual è il tuo legame con la Sicilia e i con i siciliani?

Credo che il mio legame con la Sicilia sia a pari di ogni siciliano, odio amore odio e poi amore per sempre. Nello specifico, mi lamento di una certa mentalità remissiva lasciva e rassegnata, ma mi esalto per i piccoli gesti che rendono grande la mia gente, ecco un perfetto e assoluto altalenare di sentimenti e di rabbie che poi sommate creano amore per una terra unica, per un popolo straordinario pieno di contraddizioni, perché sono queste contraddizioni che la rendano ai miei occhi speciale e insostituibile.

C’è qualcosa in particolare che ti piace della Sicilia?

In Sicilia sei ovunque a casa, le distanze non esistono. L’ospitalità, l’umanità dei siciliani, è unica e radicale, nemmeno gli slogan finti e razzisti di alcuni politici, che come i lanzichenecchi vogliono ancora invadere le nostre coste, riescono a cambiare questo carattere che ci ha reso un popolo aperto è pieno di storia e di risorse, anche se purtroppo per secoli queste risorse sono state usurpate da un potere politico indegno della nostra attenzione, e dal potere mafioso che ci ha offesi vilipesi, fino a minare la nostra dignità di uomini e donne liberi.

Cosa sono per te (sul punto di vista umano) i Tinturia?

Sono la mia casa, la mia crescita, la mia carriera, il mio passato, presente e futuro. Qualsiasi cosa farò sarà sempre dettata dall’esperienza che mi ha dato l’aver condiviso palco e vita con Angelo Spataro & company .

 

PAG.11  …continua intervista a Lello Analfino

L’esperienza di essere colonna sonora dei film di Ficarra e Picone come l’hai vissuta?

Una esperienza meravigliosa, che mi ha permesso di fare cose che in altro modo non avrei mai fatto. Salvo e Valentino mi hanno dato la possibilità di restare nella storia della musica del cinema italiano perché fare la colonna sonora per un loro film significa già restare nella storia. Speriamo anche di restare nella geografia!!! Con loro farei di tutto, passerei anche alla geografia!

Qual è il segreto della tua arte per far sì che sei tanto amato dal pubblico?

Credo che il fatto di essere sempre me stesso con il mio carattere sincero. Se devo mandare a quel paese qualcuno lo faccio. Rispetto il mio pubblico che ha reso possibile il sogno di fare questo mestiere, ho una coscienza e una posizione politica che non nascondo ma che non voglio per forza imporre a chi mi ascolta, soprattutto ai giovani ai quali dico di leggere e studiare perché attraverso la storia si può capire meglio il futuro. Sul palco ho bisogno del pubblico perché diventa l’elemento principale dei miei concerti, non sono certo uno che scende a compromessi anche se spesso cambio idea sulla musica e sulla gente. Chi non cambia idea oggi è un cretino.

Hai qualche aneddoto particolare che hai vissuto nelle tue serate?

Al momento mi viene in mento solo un aneddoto legato nostro primo tour italiano, giravamo con un furgone datoci dalla nostra prima casa discografica ( la C.N.I. ), io dormivo beatamente quando improvvisamente mi sveglio e noto che il furgone è in movimento ma nessuno è alla guida e nessuno dei ragazzi era presente. Preso dal panico ma nello stesso contempo preso dal sonno pensavo stessi sognando, mi avvicino al posto di guida e man mano che ho la visuale più chiara, vedo che sia io e il furgone ci troviamo sopra un camion del soccorso stradale, capendo solo dopo che eravamo rimasti in panne e che siamo stati soccorsi da un carro attrezzi, ma nessuno mi aveva svegliato per avvertirmi di tutto ciò. Un po di paura al momento ma tantissime risate dopo.

La cosa più difficile per un cantante?

Cercare di mantenere la voce integra durante i tour, specialmente per uno come che ama il #rockandroll e dopo i concerti vado a fare baldoria fino a tarda notte, cosa che un cantante non dovrebbe fare! Per il resto non ho idea, forse tutto forse niente, sono un cantante e mi diverto a farlo, volevo fare questo e grazie a Dio ci sono riuscito, che dire sono felice!

 

Il collega – con il quale hai lavorato – che stimi maggiormente

Ho lavorato con moltissimi artisti ed è stato un onore e un privilegio poterlo fare, che dire sono fortunato perché con tutti ho avuto il privilegio di poter condividere progetti palco ed emozioni. Spero di poterlo rifare ma ancor più presto di poter lavorare con altri artisti cosi da arricchire sempre più il mio background artistico e umano.

Un consiglio a tutti i giovani che vogliono fare i cantanti.

Siate sempre orgogliosi e lottate per le vostre idee, il vostro genere e modo di fare. Aprite i vostri orizzonti a tutti i tipi di musica e non ghettizzatevi e non considerate non buono ciò che non vi piace, ma cercate di ascoltarlo con l’orecchio di chi ama quel genere. Abbiate rispetto di tutti e più di tutti di quelli che non rispecchiano il vostro modo di vedere le cose. Fate musica come se foste nella cantina di casa vostra, rispettate il pubblico ma fate in modo che il pubblico non decida per voi. Divertitevi e farete divertire tutti. #pituttavita.

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