Il nostro peggior nemico è quello che ogni mattina ci guarda da dentro la cornice dello specchio con tutta la ferocia di cui è capace e ponendoci sempre la stessa domanda: “Io chi sono?”. Se non vogliamo nemici invisibili che ci assillino dunque dobbiamo lavorare su questo con tutta la nostra volontà o forse dobbiamo essere meno interrogativi o critici verso noi stessi o forse non dobbiamo arrenderci neanche di fronte ai nostri fantasmi emotivi e psicologici. Con questi obiettivi noi accogliamo la nuova stagione artistica del “Teatro dei 3 Mestieri“ (un modello di teatro indipendente) che, da ieri sera alle ore 21, presenta un nuovo appuntamento all’interno della produzione congiunta tra Messina e Reggio Calabria “Teatro dei 3 Mestieri – Teatro Primo” dal titolo “I D.I.D. Uno spettacolo trashinante”. La messa in scena è iniziata sei giorni fa a Villa San Giovanni al “Teatro Primo” (con cinque eventi dal 20 al 24 ottobre che hanno registrato il pienone) e si è inaugurata ieri nella Città dello Stretto, dove si replicherà fino al 31 ottobre. Questo sarà un’anteprima di un cartellone che partirà il prossimo gennaio, a cui Stefano Cutrupi e Angelo Di Mattia, fondatori del Teatro, stanno lavorando. Per l’esibizione odierna, si tratta di un testo brillante e “ingarbugliante” che ti catapulta nei labirinti mentali del protagonista ma di tutte le sue molteplici sfumature. A supportarlo una regia dai tocchi geniali, com’è solito fare il professionista Christian Maria Parisi che è a anche Direttore del “Teatro Primo”. Quest’ultimo ha la grande capacità di lasciare liberi gli attori di esprimersi, di dare molto spazio alla spontaneità e di essere naturali. E ‘chiaro che ci vuole uno spiccato acume per tradurre connotati prorompenti e qualità “stravaganti” dei soggetti rappresentati, insieme ai vari momenti scandagliati dal testo brillante e molto divertente su un terreno di estrema attualità per l’animo umano.
L’Art Director della struttura a sud della città di Messina è Cutrupi che è uno dei personaggi che calca il palco di questa sera. Di Mattia invece, in questo frangente, si occupa di dirigere la produzione. Il regista e tutti gli attori lavorano spesso insieme e questo caratterizza anche la forza della performance. La drammaturgia è firmata da Giusi Arimatea (che è anche aiuto regia) e Domenico Loddo. Oltre a Cutrupi che nella pièce è “il narcisista”, il parterre degli attori è formato da Toni Calabrò ovvero nella finzione “il dissociato”, Silvana Luppino – “la matta” e Cinzia Muscolino alias “la ninfomane”. Voce narrante è Gianfranco Quero. Ma andiamo alla storia. Su scelta della produzione, si svolge con quattro personaggi. All’inizio, in buona parte del racconto che si articola in 55 minuti, non capisce di cosa si stia parlando (ecco perché il termine “ingarbugliante”) perché la realtà si aggira intorno ad un solo personaggio. Cosa succede durante e dopo per amplificare le altre facce? Non vogliamo rivelarlo per non demolire l’apparato “sorpresa” ma la realtà è mossa da frenetici dialoghi con un gioco dialettico e di movenze tra questi quattro personaggi. Ci si chiede chi sono, che rapporto c’è tra di loro e tutto questo dinamismo viene poi “spoilerato”. La certezza è che c’è stato un omicidio che coinvolge tutti in scena il dissociato in primis, un commissario che non appare mai, il narcisista la matta e la ninfomane) “e non”. Il protagonista accusa le figura che lui vede: li apostrofa come “diavoli, esseri malvagi che invadono spazi altrui”; e ancora dice: “non rispettano il loro ruolo, toccano tutto, parlano a sproposito e si sentono impuniti. Ma sarebbero capaci di ogni cosa. Anche di incolpare me”. Ma il quesito fondamentale è: “Se io ora ti chiedessi ‘io chi sono’, tu cosa mi risponderesti?”.
Cutrupi precisa: C’è stato bisogno dell’ausilio di una psicologa che potesse consigliarci e seguirci nel trattare bene l’argomento per non incorrere in sbagli drammaturgici e per non essere esagerati nel nostro tentavo di portare il trash sarcastico per quanto realistico sotto il profilo della psiche. La scena dell’interrogatorio si incardina nella svolta della storia da cui si traccerà la svolta del dissociato. Lo spettacolo è stato già allestito lo scorso 20 agosto al Museo Regionale di Messina nel corso della stagione estiva del Teatro dei 3 Mestieri che ha contato cinque appuntamenti. La nuova stagione in via di preparazione per il nuovo anno vedrà degli eventi fuori cartellone da qui a gennaio. La struttura ospita 60 spettatori e da oggi offre una capienza piena da decreti governativi. Ma i due fondatori e organizzatori Cutrupi e Di Mattia sostengono: “Cerchiamo di non fare il pieno sempre per essere più sicuri”. Il Teatro di 3 Mestieri è nato a giugno del 2016 con una piccola rassegna estiva chiamata “Buona la prima”; poi ad ottobre della stesso anno, una kermesse più completa con circa 10 spettacoli. L’organizzazione dello stabile è per sua vocazione teatro, danza e canto ed impartisce lezioni di tutte e tre le discipline sin dalla sua nascita. Per l’utenza a disposizione i laboratori e lezioni di recitazione, canto, danza e strumenti musicali, grazie agli insegnanti accreditati. I contatti sono visibili sulla pagina Facebook del Teatro dei 3 Mestieri. La didattica è ripartita anche quest’anno.
Obbligatoria, per stasera e per tutta la durata della pandemia, la prenotazione ai numeri 090.622505 – Whatsapp 349.8947473 e l’ingresso è consentito ai possessori di Green Pass.
Una sorta di filastrocca accompagna le sorti di questa messa in scena:
Tu sull’ 1 salta e spera ma non restarci fino a sera.
Senti il passo del Sovrano e sul 2 fuggi lontano.
Poi sul 3 subito piomba per scappare dalla tomba.
Quindi allarga ben le gambe su 4e5 porta entrambe
Resisti ancora e zompa sul 6 fossi in te da lì non uscirei.
Salvati infine sul 7 e sull’8 o l’incantamento verrà…verrà…Non me la ricordo!