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Lorena Dolci, un libro per piccoli, che fa riflettere i grandi | Sicilia Magazine
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Lorena Dolci, un libro per piccoli, che fa riflettere i grandi

Intervista a Lorena Dolci, classe 1967, giornalista e scrittrice, è un volto storico di Telecolor, emittente regionale siciliana

Salve Lorena, siamo abituati a vederla in TV e in maniera particolare nei TG, come è nato il libro e da cosa ha preso spunto?
Come sa bene chi c’è passato, l’arrivo di un bimbo sconvolge e rivoluziona l’esistenza. Mio figlio è arrivato desideratissimo come diceva il sommo poeta “nel mezzo del cammin di nostra vita”.  I primi mesi li ho passati in totale simbiosi poi, giunto il momento di tornare al lavoro in redazione, ho deciso di scegliere un contratto part- time. Di mattina giornalista a condurre il TG di Telecolor, di pomeriggio mamma a tutti gli effetti.  In qualche modo ce l’ho fatta a conciliare due mestieri che mi piacciono tantissimo. Superato il periodo dei pannolini  e prima che la Play Station diventasse una rivale, io e mio figlio abbiamo condiviso tante piccole e grandi avventure. Questo libro, scritto qualche anno fa, è il frutto di alcune di queste. A lui, infatti, che oggi è uno splendido adolescente, è dedicato quest’albo.
Ma quel racconto scritto per caso sarebbe rimasto per sempre nel cassetto se non avessi incontrato una mia vecchia amica Amalia Caratozzolo, messinese di origine come me, ma trapiantata da anni a Roma dove lavora come illustratrice. Lei mi chiese se avevo una storia per bambini da illustrare: così via mail, una meravigliosa tavola dopo l’altra, si è composto il libro che ora trovate in libreria: “Il mostro del pisolino”, in cui ha creduto la casa editrice Lunaria di Catania.  

Se dovesse descrivere questo lavoro prima che il pubblico lo legga, cosa possiamo dire?
È un libro per i più piccoli, che li aiuta a fronteggiare le paure più profonde. Il Mostro del titolo infatti è un essere furbetto che si nasconde nelle nostre case, piccolo e quasi simpatico all’inizio. Quando però la mamma va a riposare nella sua stanza, il mostro comincia a ingigantirsi, diventa sempre più minaccioso, nutrito dall’angoscia e dalle paure del bambino che si sente solo. È un messaggio importante: siamo noi ad alimentare le nostre paure, e questo vale per i piccoli e per i grandi. Bisogna imparare a conviverci e a gestirle per farle diventare quello che sono: ansie quotidiane che fanno parte della vita. Il libro è utile anche nella fase in cui i bambini lasciano la casa per frequentare la scuola dell’infanzia o il primo anno delle elementari. È un momento delicato, spesso si accompagna con un periodo di “inserimento”. Con questo libro il bimbo vive e supera l’esperienza del distacco dal genitore e sa che alla fine la mamma o il papà torneranno.
L’abbraccio, che ci manca tanto in questo periodo di pandemia, è il momento liberatorio del libro. Tutti, nei mesi scorsi, abbiamo sperimentato come mai prima l’esperienza della solitudine e l’assenza di calore e di contatto umano scoprendo che è una parte fondamentale dei rapporti fra le persone. Non diamolo più per scontato. Un abbraccio – dico io- non risolve tutto, ma aiuta.

Copertina del libro Mostro del pisolino

Qual è il tuo rapporto con i libri, autori e cosa preferisce leggere?
Da bambina divoravo un libro dopo l’altro. Avevo una vasta collezione di libri per ragazzi da cui attingere e sprofondavo nelle storie per ore e ore. Il mio preferito era “L’isola del tesoro” di Stevenson, un po’ da maschiacci, forse ma rispondeva alla mia voglia di vivere avventure, di scoprire mondi lontani. La mia curiosità, che poi è la vera molla del giornalismo, era già là e non mi ha ancora abbandonato. Cellulari e tablet oggi risucchiano ai ragazzi tanto tempo ma è il loro mondo e la fantasia troverà il modo di ficcare il naso. Io, da parte mia, non riesco a rinunciare alla pagina scritta. Anche le notizie mi piace leggerle sulla carta stampata. Ultimamente sono appassionata di storia di Catania e quando trovo qualche bel libro su una bancarella dei mercatini non riesco a non comprarlo per leggerlo appena possibile. Sono catanese d’adozione ma terribilmente innamorata di questa città tanto da fare parte di un’associazione Acquedotte che ha avuto in affidamento il Fortino, Porta Garibaldi, uno dei monumenti simbolo di Catania

Ha pensato già a una prossima uscita?
Intanto mi godo l’uscita di questo libro e con la casa editrice curiamo la promozione che ci impegnerà per diversi mesi. Non vedo l’ora che vengano meno le restrizioni per poter fare una bella presentazione in presenza con tanti bambini, perché alla fine il libro deve piacere a loro. Poi, qualche altra idea nel cassetto ce l’ho, ma è troppo presto per parlarne.  

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