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Panarea la più modaiola delle Isole Eolie | Sicilia Magazine
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Panarea la più modaiola delle Isole Eolie

Panarea rappresenta il primo impianto vulcanico dell’intero arcipelago eoliano, oggi però è la meno elevata e la più piccola per dimensioni. Possiamo dire che costituisce una sorta di microarcipelago perché appartengono a essa anche gli isolotti di Basiluzzo, Spinazzola, Lisca Bianca, Lisca Nera, Dattilo, Bottaro, e gli scogli Panarelli e le Formiche. E’ caratterizzata dalle tipiche case eoliane con le facciate bianche sulle quali spiccano i meravigliosi fiori fucsia e viola di Bougainvillea per tutta la durata della stagione estiva, fino alla fine di settembre. Basta lasciarsi alle spalle le ultime case e l’eco delle vanità mondane, per scoprire una Panarea arcaica, con il villaggio di Punta Milazzese, risalente all’età del bronzo, che domina la splendida Baia di Calajunco.

Ecosostenibilità

Oggi, soprattutto i nostri turisti, non scelgono una destinazione solo  per la bellezza dei luoghi, ma sono anche molto attenti agli aspetti legati alla sostenibilità ambientale,  uno dei motivi per cui si rivolgono al nostro Tour operator Take it Slowly by un’Altra Sicilia.

Lipari e Panarea in un periodo di grandi difficoltà, la scuola diventa pilota del progetto con l’ inaugurazione delle fontanelle d’acqua potabile e consegna delle borracce per le scuole di Lipari e Panarea. Le due isole si vogliono porre in prima fila nella lotta contro la plastica usa e getta e sono state, infatti, scelte come isole esempio del progetto “The Oceanic Standard” realizzato con il finanziamento di Aeolian Islands Preservation Foundation ed il patrocinio del Comune di Lipari, che già dal 1° gennaio 2020 aveva deciso di vietare il commercio e l’utilizzo di plastica monouso su tutte le isole che rientrano nella sua amministrazione. Obiettivo principale dell’iniziativa è proprio quello di fornire alternative plastic free al settore dell’ospitalità e del turismo (bar, alberghi, ristoranti, stabilimenti balneari), dando agli imprenditori coinvolti delle linee guida che facilitino il processo di cambiamento. In particolare, la campagna non vuole solo incoraggiare le strutture ricettive che hanno iniziato da poco un percorso sostenibile, ma anche premiare e valorizzare quelle che da tempo si sono poste obiettivi di sviluppo economico compatibile con il rispetto dell’ambiente. Importante  preservare le bellezze di queste isole che non sono legate solo al mare, quindi  nell’interesse di tutti ed ancor di più per chi lavora nel settore del turismo, è dovere tutelarlo nel rispetto dell’ambiente, ma anche il giusto lascito per le generazioni future. L’isola si scopre interamente a piedi,  o solo con mezzi elettrici sull’isola, non ci sono automobili!

In barca tra gli isolotti

Irrinunciabile  un giro in barca per ammirare la costa eoliana che  racchiude paesaggi di straordinaria bellezza ed unicità, ma il mare di Panarea spicca per la presenza degli isolotti di Basiluzzo, Bottaro, Dattilo, Lisca Bianca e Lisca Nera che, insieme all’isola, formano un arcipelago a sé stante poggiato su un unico complesso vulcanico. Le coste di Panarea, oltre ad essere dimostrazione della possente natura vulcanica del luogo, racchiudono un breve tratto di mare con numerose peculiarità che rendono la scoperta di questo piccolo arcipelago, un’emozione continua che si rinnova da isolotto ad isolotto.

Trekking ed escursionismo

Per gli amanti del trekking, dell’escursionismo e del vivere a contatto con la natura avranno la possibilità di arrivare fino alla sua massima quota, punta del Corvo (420 metri).. il silenzio della Natura è il re, dove solo i gabbiani interromperanno la vostra quiete, insieme all’incantevole suono dello sciabordio del mare o delle sue onde che continuano operose il lavoro di modellare le rocce!

Il Villaggio Preistorico,  risalente all’Età del Bronzo (XIV secolo a.C.)  di pur recente ritrovo,  nel 1948, offre al turista ulteriore spunto di visita, l’insediamento,  costituito da 23 capanne, oggi offre solo le fondazioni di forma ovale. Dagli scavi sono emerse ceramiche d’influenza minoica e strumenti preziosamente ricostruiti ed esposti nel Museo Archeologico Eoliano di Lipari. Il sito è, appunto, raggiungibile da Cala degli Zimmari, proseguendo lungo un sentiero con gradini che porta al promontorio di Capo Milazzese.

La cucine di Panarea

La cucina panariota spicca, come tutte quelle eoliane, per ricchezza di colori, di prodotti legati al mondo contadino ed al mare, ma soprattutto alla genuinità. Ottima cucina locale, che vede la dominanza di piatti di pesce, ma anche di prodotti tipici quali il famoso cappero eoliano e i caratteristici pomodorini ‘a pennula’. Le ricette tipiche sono legate alle festività, come accade spesso anche in tutta la Sicilia,  come i ‘gigi’, bastoncini fritti immersi nel vino e coperti di zucchero a velo che si gustano nel periodo di carnevale, oppure i ‘vastidduzzi‘, dolcetti a base di mandorle e uva passa che si consumano il giorno di San Giuseppe. Impossibile non concludere un pasto in piena armonia con il territorio con un sorso di Malvasia, da accompagnare con biscotti tipici realizzati sia con i semi di sesamo che  con le mandorle locali. Tutti gli isolani, custodi delle ricette locali e di tante leccornie ed un po’ sicuramente gelosi, non si tirano indietro davanti alla richiesta di un viaggiatore goloso che desidera portare con sé un po’ di ricordi culinari, ecco per voi la ricetta de

“ I gigi”:

Ingredienti: 1 kg. di farina; 1/2 bicchiere di olio extravergine d’oliva; sale; vino bianco; 1/2 litro di vino cotto di malvasia; cannella; zucchero a velo.
Preparazione. Lavorare per almeno un quarto d’ ora farina ed l’olio ed il sale, aggiungendo vino bianco fino a quando la pasta sarà morbida ed elettrica. Lasciarla riposare per circa un’ ora, poi prendendone una parte grande all’incirca come un mandarino, formare un cordone del diametro di un centimetro lavorandolo bene in modo che l’impasto risulti compatto. Tagliarlo a pezzetti di due o tre centimetri ( ecco i vostri gigi) e ripetere l’operazione fino ad esaurimento della pasta. Friggerli in abbondante olio bollente (170 gradi), sgocciolarli e depositarli su carta da cucina o meglio carta paglia per fritti. Nel frattempo mettere in un tegame mezzo litro di vino cotto, portarlo ad ebollizione e immergervi “i gigi” fritti mescolando per far assorbire bene il vino cotto, con una schiumarola porre “i gigi” su un piatto di portata e spolverarli di zucchero a velo e cannella in polvere. Imperdibile non assaggiare la  profumatissima torta al limone e  la singolare torta di melanzane al cioccolato  che il Regno dei Borbone dona alla tradizione culinaria locale!!

Movida e moda eoliana

Quest’isola doveva essere una dimora di lusso ai tempi dell’antica Roma, dato che ci sono i resti di una villa romana e di una darsena, a conferma  di questi usi sembra che tutt’oggi questo spirito contini con un trend d’eccezione, è infatti piena di boutique , dove la creatività mossa dall’amore per la propria terra ha portato nomi come quello di Giovanna Mandarano a creazioni di notevole tendenza, moda e stile, con store anche nella capitale. “Una moda che non vive ristretta in un solo ambiente ma che “comunica fortemente”con il mondo, lo vive e si muove in una società sempre più cosmopolita, pur restando ancestralmente e volutamente il Touch di Panarea, il ricordo di una vacanza, la scoperta di un viaggio.” Il cuore della movida notturna è San Pietro, il salotto glamour dell’arcipelago delle Eolie, che con i suoi aperitivi sul mare, i suoi locali lussuosi,  discoteche ed esclusivo stile eoliano, magicamente illuminate da miriadi di candele,  vi intratterrà fino all’alba!

 Paola F. J. Torrisi

 

 

 

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