Pantelleria, un grande vulcano addormentato ed immerso in un mare blu cobalto tra due continenti, l’Europa e l’Africa, sta quasi a delimitare la Sicilia dalla Tunisia.
Questa isola, non adatta ad un turismo di massa, rappresenta l’anima autentica siciliana… aspra, a volte ostica, aperta e solare, ma solo in apparenza e serrata come un’ostrica, se si prova ad essere invadenti, ma se le dai il tempo di conoscerla non l’abbandonerai più.
In questa terra di mezzo, ricercata anche come terra del buen retiro tutto ha un sapore antico, di tempi andati e quindi il luogo ideale dove ritrovare se stessi in mezzo ad una natura ancora incontaminata.
I dammusi, risalenti anche al ‘700, strutture tipiche dell’isola, sono caratterizzate da bianchi tetti a cupola, larghe mura rivestite in pietra e ampi spazi esterni con cannicciate, frutto della civiltà araba e del lavoro dei contadini panteschi.
Il dammuso nasce come elemento rurale e tiene conto delle peculiarità di questa isola: il vento, il caldo, la scarsità di piogge e la ricchezza di materiale lavico. Tutti gli elementi che caratterizzano queste costruzioni hanno una funzione specifica. I tetti a cupola servono per convogliare l’acqua piovana nelle cisterne; gli spessi muri, fino a un metro e quaranta di spessore, garantiscono l’isolamento contro il caldo d’estate ed il freddo d’inverno, così come le piccole dimensioni di finestre e porte. Quasi sempre accanto ad un dammuso si trova una costruzione circolare in pietra lavica chiamato “Jardinu” dentro la quale si coltivano alberi da frutto, protetti così dall’incessante vento che batte l’isola.
Come vuole la tradizione locale i tetti vengono usati anche come luogo da abitare, ad esempio immaginate proprio adesso, socchiudendo i vostri occhi, di esser seduti su cuscini posti su kilim di Mariella Ienna a sorseggiare un passito ambrato al tramonto guardando l’infinito dietro il blu cobalto…
Gli spazi di una casa vengono vissuti completamente, così come il pranzo all’aperto sotto un pergolato di cannicciata, protetta da un muro di pietra lavica, costante dei panorami isolani, diventa un must anche per i turisti, così come la fresca insalata pantesca, dai sapori decisi e delicati ad un tempo e variopinta, con il tocco immancabile dei freschi capperi locali ed accompagnata da un calice di vino bianco di uve Zibibbo 100%…
I panorami dei giardini si articolano tra palme, gelsi, agrumi, pistacchi, ulivi fichi d’india che si alternano tra i giardini della macchia mediterranea terrazzati trasmettono un perfetto equilibrio tra madre natura e l’uomo. Nel 2014, infatti, l’Unesco ha riconosciuto l’importanza e l’unicità della “Pratica agricola della vite ad alberello” iscrivendola nella Lista del Patrimonio Immateriale dell’Umanità.
Nonostante sia un’isola rocciosa, gli antichi sentieri che venivano percorsi sul dorso dei muli, oggi grazie al progetto nato dalla volontà dell’Azienda Foreste Demaniali della Regione Sicilia, hanno nuova vita e coprono una distanza di circa 200 Km percorribili come sentieri da trekking. Di questi, 38 Km sono adatti anche per gli amanti della mountain-bike.
Alla fine del vostro soggiorno, un ultimo bacio, il dolce per antonomasia di Pantelleria, frittelle croccanti farcite con ricotta dolce, sarà uno degli innumerevoli motivi per cui si desidererà ritornare a Pantelleria.
Paola F. J. Torrisi