Il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani ha abbandonato anticipatamente la convention “Azzurra Libertà” dei Giovani di Forza Italia a San Benedetto del Tronto, a seguito di un acceso confronto con il leader di Azione Carlo Calenda.
L’episodio è avvenuto poco prima dell’intervento di Calenda, quando Schifani si è avvicinato per salutarlo. Secondo quanto ricostruito, il segretario di Azione avrebbe dichiarato: “Tu sai cosa penso della Sicilia, è da cancellare, da cancellare”.
Il governatore siciliano ha replicato sottolineando come la Regione abbia registrato la crescita più significativa a livello nazionale in termini di Pil, ma Calenda ha proseguito criticando chi si oppone all’abolizione del voto segreto.
Schifani ha quindi deciso di lasciare la kermesse, rinunciando al proprio intervento in programma subito dopo quello di Calenda, e ha fatto ritorno a Palermo.
Le reazioni istituzionali
Raggiunto telefonicamente, il presidente siciliano si è detto “colpito e amareggiato” dall’accaduto, definendolo un episodio senza precedenti nella sua carriera. In un post su Facebook ha aggiunto: “Come siciliano e come presidente non posso tollerare queste gravi parole”.
Calenda ha replicato affermando: “Mi spiace che Schifani si sia offeso. Semplicemente gli ho detto ciò che penso. I siciliani sono vittime di un sistema clientelare, costoso e inefficiente”.
Marcello Caruso, coordinatore regionale di Forza Italia in Sicilia, ha condannato il comportamento di Calenda definendolo “inqualificabile sotto ogni profilo” e chiedendo pubbliche scuse non solo al presidente ma a tutti i siciliani.
Solidarietà trasversale
Anche il Movimento Giovanile di Forza Italia della Sicilia ha espresso “la più piena solidarietà” a Schifani, descrivendo l’accaduto come “un’aggressione inaccettabile” sia nei contenuti che nel contesto in cui è avvenuta.
Stefano Pellegrino, presidente del Gruppo Parlamentare di Forza Italia all’ARS, ha sottolineato come le dichiarazioni di Calenda appaiano “profondamente incoerenti” considerando il suo ruolo di rappresentante eletto in Sicilia.
La vicenda continua a generare reazioni nel panorama politico, dimostrando quanto le questioni legate all’identità e al rispetto istituzionale rimangano temi sensibili nel dibattito pubblico.