Un altro cittadino italiano Angelo Maggio, per di più di professione medico, è rimasto “ibernato” già ieri mattina a Villa San Giovanni agli imbarcaderi privati della Caronte&Tourist perché sguarnito di Super Green Pass e a causa della norma che regolamenta il divieto di transito sullo Stretto di Messina. Il dottore 60anne, di origine messinese e specialista in Ortopedia, proviene dalla Toscana e ha sempre viaggiato per motivi di lavoro e di famiglia (tra Svizzera, Toscana e Sicilia) e, nello specifico da figlio unico, deve raggiungere i suoi anziani genitori domiciliati a Milazzo (93 e 90 anni) e che hanno bisogno di assistenza. Malgrado tutto, gli è stato imposto di non salire a bordo del traghetto per vigilanza della salute pubblica, secondo quanto sentenzia lo Stato. Maggio ha dovuto quindi pernottare obbligatoriamente a Villa San Giovanni da una famiglia del luogo, rintracciata sempre attraverso una associazione che si è mossa per ospitarlo tramite l’intervento degli avvocati: la messinese Maura Galletta e Grazia Cutino di Alcamo. Il medico ha potuto depositare ricorso d’urgenza questa mattina, tramite i legali appunto al Tribunale di Messina per competenza territoriale, in quanto la compagnia armatoriale privata ha sede nella Città dello Stretto.
Le dichiarazioni di Maggio
Insomma, anche questo pendolare di adozione svizzera viene additato come un “sospetto No Vax” e perciò lasciato in un limbo. Maggio ha dichiarato: “Sono partito dalla mia città di domicilio (vicino a Pisa) consapevole del rischio di essere fermato alla biglietteria di Villa. Ho tentato di imbacarmi direzione Rada San Francesco ieri verso mezzogiorno, avendo eseguito due tamponi negativi a breve distanza e indossando la mascherina Ffp2. Ma nessuno si è convinto di farmi proseguire e avere buonsenso. Faccio ricorso per muovermi liberamente come cittadino. Voglio riacquistare la libertà di andare a casa, di svolgere l’attività e di riunirmi ai miei affetti, se questi vivono lontani”.
Corsi e ricorsi storici
E’ una storia che si ripete dopo la vicenda dell’agente di commercio palermitano Fabio Messina che aveva subito lo stesso trattamento di blocco dalle Forze dell’Ordine da lunedì 10 gennaio a venerdì 14 pomeriggio sulla sponda calabrese sempre perché non possiede il Green Pass “potenziato”. In questo frangente, il signor Messina si era riuscito a “liberare” con il “sapiente rito” del Tribunale Civile di Reggio Calabria e con un decreto emesso dal giudice monocratico Elena Luppino e soprattutto con l’azione legale, senza la quale chissà come e quando si sarebbe evoluta la “situazione di pantano”. I genitori dello specialista ortopedico posseggono il domicilio a Milazzo, mantenendo la residenza in svizzera da 50 anni perché il padre è dovuto emigrare per poter lavorare; tutta la famiglia come Angelo Maggio vive in Svizzera. E questi fatti sarebbero anche privati ma siamo in un periodo in cui si è costretti a riferire dove si va e perché si va, nonostante il diritto alla privacy. Il dottore ha trasferito da un anno la residenza dalla Toscana in Svizzera in una città del Cantone Turgovia.
Sospesi dalla professione per poter scegliere
Le condizioni di questa società stanno degenerando se si pensa che i primi di gennaio l’Ordine dei Medici ha anche sospeso dalla professione Maggio perché ha respinto la somministrazione del vaccino No Covid – 19. La sospensione dall’abilitazione è pervenuta attraverso una missiva a tutti i medici che contrastano questo rimedio pur non essendo “NO Vax”. Maggio ha ribadito: “A sessanta anni posso anche smettere di fare il medico. Non accetto di esserlo in una società odierna dove non c’è la libertà di scelta. L’Ordine aspetta direttive ministeriali in merito. Ma, nel contempo, io sostengo che l’anti – Covid che ci propinano non è un vaccino per i risultati che sta dando: per me è una terapia preventiva in fase sperimentale”.
La ricerca del “principio dell’incostituzionalità”?
Il fenomeno della “pseudo disobbedienza” alla norma di non transitare dallo Stretto e dell’affermare l’incostituzionalità dei decreti sta esplodendo con altri casi che sono accaduti ieri pomeriggio. A raccontarcelo l’avvocato Galletta che è stata interpellata sempre tramite la sua associazione “L’Eretico” che salvaguarda i diritti civili. Alcuni ragazzi milanesi che erano venuti in vacanza in Sicilia con la propria automobile, prima dell’avvento del Super Green Pass, sono stati fermati alla biglietteria di Messina della Caronte&Tourist. Dopo aver parlato con un poliziotto, è stato consigliato loro di fare il tampone rapido e dopo la presentazione di questo sono riusciti a partire con la nave di turno. Gli utenti sono rientrati “in patria” ed uno di loro è disposto a testimoniare. La società di navigazione, mediante il manager dell’Ufficio Comunicazione Tiziano Minuti, fa sapere “di non essere a conoscenza dell’imbarco di queste persone”. “Le deroghe per l’attraversamento vengono autorizzate soltanto dalla Prefettura di Reggio o di Messina – continua – ed è difficile che qualcuno riesca ad eludere i controlli”. Uno dei ragazzi (che si qualifica in un video) ha ripreso con il cellulare la scena del diniego e poi della successiva autorizzazione a passare dalla biglietteria con il tampone fatto. Tanto che lo stesso avvocato Galletta aveva informato il suo nuovo assistito Maggio di addurre questa motivazione per poter accedere al traghetto con l’iter del tampone antigenico.
Le reazioni del Governo siciliano
C’è da rilevare che la stessa Regione siciliana, che ha contattato il legale Galletta (tramite il Capo della Segreteria Tecnica dell’Assessorato alla Salute Ferdinando Croce, nonché “collega di legge”), ha richiesto ufficialmente al Governo centrale una deroga, riportando nelle ragioni il provvedimento relativo al sig. Messina che è stato accolto dal Tribunale di Reggio Calabria: lo si rilancia come “un provvedimento che apre le porte ad una serie infinita di ricorsi giurisdizionali”. Creandosi un precedente, la normativa di Speranza non può non essere riesaminata, secondo il Governatore Nello Musumeci. A suffragio di tutto questo, l’avvocato Galletta sta ricevendo telefonate di segnalazioni simili da Agrigento, Catania e Trapani e a tutti spiega che ci si può impegnare a ricorrere contro lo Stato solo se i possibili richiedenti si presentano agli imbarchi e nel momento in cui incassano un rifiuto di attraversare lo Stretto. L’ultimo caso è quello di una intera famiglia (madre, padre e figlio piccolo) che viaggia con il camper: tutti i componenti non vaccinati, costretti per un guasto al mezzo a ritardare la partenza, non si sono ancora avvicinati agli approdi portuali di Messina per la fobia del rifiuto ma hanno descritto il problema all’avvocato.
Marcella Ruggeri