Rientra tra le cascate italiane più belle ma anche più sconosciute.
A Corleone si trovano le cascate tra le più belle d’Italia. A recensire Cascata delle Due Rocche di Corleone è il sito “Hundredrooms” che ha stilato la lista delle cascate più belle del Paese, indicando le “15 più imperdibili”, dalla più alta alla più avventurosa, fino alla più sconosciuta.
Si trova proprio nel cuore dell’entroterra palermitano, a Corleone appunto, meravigliosa Cascata delle Due Rocche formata dal salto del fiume San Leonardo, un affluente del fiume Belice. È un luogo magico, quasi fiabesco, e poco conosciuto, probabilmente per via delle stradine impervie che conducono ad essa e/o per la scarsa segnalazione stradale. Infatti, per raggiungere il posto bisogna percorrere le strettissime stradine del paese e affidarsi alla cordialità dei passanti, sempre disponibili a dare indicazioni.
La cascata, inserita tra le due alte rocche, ha un’altezza di 4 metri e le sue caratteristiche morfologiche la rendono anche nota come Canyon. La zona è alquanto piccola, tantoché basta circa mezz’ora per visitarla tutta, ma il paesaggio è talmente incredibile che sembra quasi di vivere all’interno di un film fantasy o d’avventura. Nondimeno, si tratta di un luogo capace di rigenerare, trasmettere pace, tranquillità e allontanare il caos cittadino. Il contatto diretto con la natura, il canto degli uccellini e il fruscio costante dell’acqua che scorre allontanano, infatti, dalla mente tutto il frastuono della vita cittadina, con i suoi problemi e le preoccupazioni quotidiane.
Il periodo migliore per visitare la cascata è la primavera, non solo perché si sciolgono i ghiacciai e il fiume è ricco di acqua, ma anche perché i colori e gli odori tipici di questa stagione rendono il sito ancora più affascinante. Consigliato un abbigliamento sportivo, corredato dall’uso di scarpe da trekking per poter attraversare con più agilità il terreno fangoso attorno all’acqua e, dunque, poter ammirare la cascata più da vicino.
E’ racchiusa in un piccolo paradiso naturalistico che, forse per la sua non facile accessibilità, conserva una dimensione ancora incontaminata”.
Marta Basile