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Territorio ibleo: la riserva naturale del fiume Irminio | Sicilia Magazine
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Territorio ibleo: la riserva naturale del fiume Irminio

La Riserva Naturale, con l‘omonimo fiume, rappresenta una perla degli iblei e non manca di mitiche tradizioni, fra le quali quelle di essere stato abitato dal dio Mercurio. Tale tradizione ha origine da Plinio il Vecchio che nel III libro “Naturalis Historia” fa derivare il nome di Irminio da Ermete che in latino dicesi hermes, che significa Mercurio.

Il fiume nasce alle falde del Monte Lauro– un antico vulcano oramai inattivo dell’altipiano ibleo e  sfocia dopo un lungo percorso nel Mar Mediterraneo e, nell’antichità, rappresentava il luogo dove degli scambi commerciali con Malta e la costa africana.

La Riserva Naturale Fiume Irminio è stata istituita nel 1985 ed è gestita dalla Provincia Regionale di Ragusa, denominata oggi “Libero Consorzio dei Comuni”.

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E’ un angolo di pace in cui è possibile osservare la tipica flora della macchia mediterranea che arriva quasi ad immergersi nell’azzurro del mediterraneo. L’itinerario è differenziato da 4 sentieri: Sentiero del Carrubbo, Sentiero del Gelso, Sentiero del Retroduna e Sentiero Regia Trazzera, percorrendo i quali scoprirete una natura incontaminata per poter lasciare fuori  tutto lo stress ed uscirne alla fine di un percorso, totalmente rinati! Situata tra i comuni di Scicli e Ragusa, Vi offrirà l’opportunità di differenziare la vostra vacanza nel territorio ibleo, degno di nota, non solo per l’enogastronomia, rinomata ed eccellente, per gli innumerevoli siti patrimonio Unesco, ma anche per i percorsi naturalistici che a poca distanza da centri nevralgici, vi condurranno in luoghi a contatto con la sola natura, che tra flora e fauna locale può improvvisamente farvi perdere anche il  ricordo del luogo d’arrivo.

 

 

 

Il territorio della riserva è costituito da una zona costiera che si affaccia sul Mar Mediterraneo, con coste sabbiose e con falesie a strapiombo sul mare.  Le dune mobili che vengono spostate continuamente dai venti, offrono al territorio un aspetto sempre variabile nel tempo . Avvicinandosi al fiume e intorno alla foce, la vegetazione cambia assumendo le caratteristiche tipiche delle aree paludose. Per quanto riguarda la fauna, sono gli uccelli ad attirare maggiormente l’attenzione, soprattutto quelle specie migratorie provenienti dalla vicina Africa, che utilizzano quest’area per riposarsi e rifocillarsi dopo aver attraversato il mar Mediterraneo. Da fonti storiche è noto che il corso del fiume Irminio, già citato anche da Plinio, rappresentò per molto tempo il limite orientale dei territori della vicina Camarina e secondo Filisto segnava il confine tra quest’ultima città e Siracusa.

Più a monte della riserva  la Fattoria delle Api, antico centro di lavorazione del miele ibleo, detto di Satra ossia di Timo, celebre in tutto il Mediterraneo è passato alla storia insieme alle 4 Ible decantate per il miglior miele siciliano erano: la Erea o Minor (Ragusa); la Major (alle falde dell’Etna); la Megarese (Augusta) e la Minima (Gela) quali territori indicati nei quali la vegetazione era più che non altrove rigogliosa, i fiori più profumati, le frutta più saporite, le messi più copiose. Le monete di epoca greca con l’ape, coniate a Ibla maggiore e a Megara Ibla, testimoniano l’importanza dell’ apicoltura che, nel territorio ibleo ha trovato conferma nella presenza della cosiddetta “Fattoria delle Api”, portata alla luce da uno scavo.

Per gli amanti del mare, poco prima della Riserva c’è la grande e lunga spiaggia di Playa Grande con sabbia finissima e dorata ed un mare turchese, insieme alle altre spiagge nella zona quali Micenci, Palo Bianco, Palo Rosso e Spinasanta, rappresentano un ampio arenile lungo oltre sei chilometri che arriva fino a Cava d’Aliga, per il piacere di poter cambiare anche spiaggia tutti i giorni durante il vostro soggiorno, tra tratti più frequentato e grandi tratti di spiaggia quasi deserti.

        

 In quanto isolani, non possiamo non amare il mare, che per noi rappresenta uno sguardo all’orizzonte tutto l’anno per placare la nostra sete di serenità e di abbraccio catartico,  ma in quanto consulenti delle vostre vacanze, non possiamo che raccontarvi Un’Altra Sicilia, quella poco nota e quella più amata e più ricercata dai lettori di Sicilia Magazine e dai nostri viaggiatori!

 Paola F. J. Torrisi

 

 

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