“Abbiamo liberato lo Stretto di Messina”. Questo è quanto espresso ieri dal sindaco della città omonima Cateno De Luca, tornando a casa dalla sua occupazione pacifica in tenda alla Rada San Francesco da giorni e in procinto di dimettersi il 6 febbraio per la corsa di Leader alla Regione Siciliana. L’ordinanza del Governatore Nello Musumeci è stata emessa ieri in tempi forse discutibili secondo il primo cittadino perché andava formulata lo scorso 9 gennaio quando è saltato l’apparato della mobilità marittima da e verso la Sicilia, senza Super Green Pass. Ci si aspetta che anche il Governatore della Calabria si accodi a questa soluzione.
“Questa vicenda ci deve far riflettere sui rapporti Stato e Regioni, sulla nostra autonomia, sul nostro essere Stato nello Stato e sulla mancata considerazione dello Stato – incalza De Luca – . Mi permetto di commentare la volgarità istituzionale riguardo al silenzio omertoso nei confronti di un sindaco che ha scritto più volte ma anche nei confronti di un Presidente della Regione. Mi sento offeso anche per quest’ultimo. Al di là di tutto, il concetto vale per il popolo siciliano. Il nostro Presidente non è stato considerato e questo evidenzia la non credibilità: la nostra non credibilità del popolo siciliano e quindi lo Stato ritiene di poter fare tutto ciò che vuole. Questo è un precedente pericoloso che abbiamo sventato”.
De Luca si dichiara curioso di vedere come si comporterà il Consiglio dei Ministri su questa storia che non doveva verificarsi. Intanto ringrazia coloro che gli hanno fatto compagnia materialmente e nelle dirette Social in migliaia. Ringrazia i singoli cittadini che sono andati a trovarlo in questi giorni durante il suo presidio portando persino cibo, dolci e l’ultimo pensiero ieri sera è stato quello di un signore di San Giovanni La Punta che è arrivato con un materassino gonfiabile “vedendo la difficoltà con cui il sindaco si svegliava al mattino”. “Questo gesto mi ha molto commosso – afferma – come tutti i gesti che mi hanno aiutato”. Tra questi rammenta quello di frate Giuseppe che ieri mattina gli ha lasciato un crocefisso con cui hanno pregato insieme. Il sindaco ringrazia la stampa che ha trasmesso risonanza mediatica agli sviluppi della vicenda, di cui si è dibattuto per giorni e per cui si è riusciti a venirne a capo.
“A seguito della nostra presa di posizione – rintuzza – siamo riusciti a dare risalto a situazioni vergognose e abbiamo dato voce a gente disperata che era prigioniera di una norma definita da questo punto di vista sequestro di Stato, illogica, irrazionale. È un grande risultato che dedichiamo a tutto coloro che hanno patito grandi disagi”. L’augurio più incisivo da parte di De Luca è che in futuro qualcuno possa prestare più attenzione ai provvedimenti dello Stato che toccano la nostra indipendenza e fanno traballare i nostri diritti costituzionali che necessitano un riconoscimento e una garanzia di rispetto. La continuità territoriale non deve essere mai in optional. È un tema che ritornerà sicuramente e che non potrà più essere trascurato e non potrà essere così vitale solo quando sarà realizzato il collegamento stabile fra l’isola e lo Stivale. “La mia presa di posizione è stata decisiva – argomenta De Luca – perché non accetto da siciliano oggi e da aspirante sindaco di Sicilia e chissà domani da sindaco di Sicilia se avessi potuto accettare che questa storia si chiudesse così con l’ennesimo torto da subire in silenzio”. De Luca dice “di non aver avere più l’età di stazionare in sacco a pelo seppure per protesta” che finisce con una pastina in brodo a casa. Ponte e libertà sono gli obiettivi per cui lui vorrà lavorare definitivamente.
Marcella Ruggeri